L’ARTE DI MATTEO PUGLIESE

L’ARTE DI MATTEO PUGLIESE

 

Corpi che escono dalle pareti, dettagli espressivi di visi e corpi: questa è l’arte di Matteo Pugliese.

Le opere in bronzo e in marmo di Matteo Pugliese sono state una palestra per le mie luci per rendere quasi vivi i personaggi. Extra Moenia, fuori dalle mura. Espressioni, movenze. Chi sono? Sono “creature di bronzo tormentate e possenti che lottano per liberarsi dalle pareti, uomini che tentano una dolorosa rinascita attraverso una lotta con una materia-muro che li imprigiona” (Punto sull’arte).

Nell’arte di Matteo Pugliese, come ben è stato scritto da Gino di Maggio, Direttore della Fondazione Mudima di Milano “La scultura non è più un oggetto tridimensionale che si appoggia naturalmente al suolo ma nasce, fuoriesce da esso in parti frammentate, facendone emergere come una punta di iceberg solo una parte. Oppure viene appesa alle pareti come fosse un quadro. Ed è come se d’incanto la solidità, altrimenti difficilmente penetrabile, sia delle pareti che del suolo, sparisse. Il corpo umano e in bronzo entra ed esce dal suolo e dalle pareti come fossero non solide ma liquide. La nostra percezione dell’opera cambia completamente. Vediamo e non vediamo e ciò che non vediamo perché non c’è lo possiamo immaginare come se fosse veramente esistente e solo invisibile ai nostri occhi”.

Bodies coming out of the walls, expressive details of faces and bodies: this is Matteo Pugliese’s Art.

Matteo Pugliese‘s bronze and marble works were a training ground for my lights, such to make the characters almost alive. Extra Moenia, outside the walls. Expressions, movements. Who are they? They are “tormented and powerful bronze creatures who struggle to free themselves from the walls, men who attempt a painful rebirth through a struggle with a wall-material that imprisons them” (Punto sull’arte).

In the art of Matteo Pugliese, as well written by Gino di Maggio, Director of the Mudima Foundation in Milan, “Sculpture is no longer a three-dimensional object that naturally rests on the ground but it is born, it emerges from the ground in fragmented parts, only partially emerging from it, like the tip of an iceberg. Or it is hung on the walls as if it was a painting. And it is as if by magic the solidity, otherwise difficult to penetrate, both of the walls and of the ground, disappears. The human body in bronze enters and emerges from the ground and from the walls as if they were not solid but liquid. Our perception of the work changes completely. We see and we do not see and what we cannot see because it isn’t there can only be imagined as if it really existed but it was invisible to our eyes “.